giovedì 12 novembre 2009

Roberto Saviano

Ieri sera ho ascoltato delle storie vere.
La voce di Saviano era un coltello che girava nella piaga del mio dolore e del mio sgomento.
Mi sono chiesta ad ogni storia che finiva, come era stato possibile.
Se veramente tutto era potuto succedere per davvero.
Le donne uccise e stuprate in Iran. Gli scrittori imprigionati per 20 anni in Niger. Gli intellettuali deportati nei gulag per 20 e più anni. La giornalista russa uccisa perchè raccontava la verità.
Nomi che si affollavano e più Saviano raccontava e citava i libri dove sono scritte queste e mille altre storie simili, più l'unica forza che mi restava era la consapevolezza che oramai nessun regime, nessuna dittatura, nessuna censura potrà mai più toglierci quei libri. Quelle storie sono vere e perciò veramente esistite.
Non è poca cosa come qualcuno potrebbere credere, è la vera forza della speranza. La certezza che tutti quei gesti di profonda coerenza e convinzione, non sono stati fatti invano.
La consapevolezza di Pasoliana memoria è una chiave d'accesso incredibile per aprire le porte delle nostre menti.

2 commenti:

  1. certe volte penso che la mia età non sia più congruente col concetto d'indignazione, sgomento e disagio. poi ripenso al fatto che l'età è un pregiudizio borghese, come si diceva ai miei tempi, e ricomincio ad incazzarmi .. mica lo so se mi fa bene, però :-)

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  2. incazzarsi è sano a tutte le età. Non esiste un limite anagrafico per essere indignati.
    Indignati e incazzati!
    Alla faccia dei pregiudizi borghesi..

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