giovedì 16 dicembre 2010

OSCENO

..."Questa società è oscena nel senso che produce ed espone senza decenza una soffocante quantità di merci, mentre priva le sue vittime all'estero del necessario per vivere; è oscena nel senso che si rimpinza e riempie sino all'orlo i suoi bidoni di rifiuti mentre avvelena e brucia gli scarsi alimenti dei campi nei quali porta la sua aggressione; è oscena nelle parole e nei sorrisi dei suoi uomini politici e dei suoi divi; nelle sue preghiere, nella sua ignoranza, e nella saggezza dei suoi pseudointellettuali.
L'oscenità è un concetto morale che appartiene all'arsenale verbale dell'establishment, il quale ne tradisce il significato nel mentre lo usa, in quanto lo applica non alle espressioni della sua propria moralità, ma di quella altrui. Oscena non è la foto di una donna nuda che mostra il pelo del pube, bensì quella di un generale vestito di tutto punto che sfoggia le medaglie della campagna del Vietnam; osceno non è il rituale degli hippies, ma l'alto dignitario della chiesa il quale dichiara che la guerra è necessaria per mantenere la pace"....
Herbert Marcuse
da:"Saggio sulla liberazione" 1969

Volendo definire un termine o parola che sia; penso sia giusto partire dal suo significato primario, estrapolandola dalla trasformazione che subisce la sua essenza nel tempo. Tale sofisticazione avviene con tempi e modalità figlie dell'epoca stessa; sia per la velocità dell'informazione, che tende a far assumere ad una unica parola diversi significati, sia per le condizioni sociali e culturali in cui viene usato il termine stesso.
Partendo da tale presupposto un tipico esempio di sofisticazione linguistica potrebbe essere quello subito dalla parola: "OSCENO".
Interessante, nonchè curioso è il tragitto che tale termine ha compiuto attraverso i tempi e le generazioni; proviene dal Latino con un suo preciso significato: "di cattivo augurio" e poi man mano ha rotolato tra gli anni e le genti, che ne hanno calpestato il contenuto fino al suo completo mutamento.
Leggendo l'attuale definizione scopriamo che oggi OSCENO è: "ciò che secondo il comune sentimento offende il pudore". Notiamo, quindi come per definire un termine già vago di per se vengano usati tre termini altrettanto incerti. Stimato che osceno è incommensurabile linguisticamente, tenteremo di porre l'accento quantificando anche visivamente tale concetto.
Prendendo in considerazione la fase produttiva dell'attuale sociètà scopriamo degli aspetti quanto meno anomali; spesso si opera e si investe su produzioni che favoriscono i beni superflui mentre di contrasto si trascurano le lavorazioni dei beni di necessario consumo.
Molto più grave è la considerazione in cui viene tenuto l'artefice ultimo di tale ciclo: l'uomo. Non è raro il caso in cui per favorire l'intensa produttività si trascurino le esigenze necessarie di chi in effetti produce.
I luoghi di lavoro troppo spesso inadeguati o totalmente insalubri, favoriscono il causarsi di incidenti, di malattie che minano la salute (diritto inalienabile di ogni individuo).
Un'accusa precisa dovrebbe essere rivolta alla commercializzazione degli animali cosiddetti "da pelliccia"; uccidere per produrre un bene così voluttuario è sacrificare ignari animali sull'ara del profitto e dell'inutilità.
E' osceno tutto cio?
Ovvero:" secondo il comune sentimento offende il pudore?
A quanto sembra, vista l'odierna situazione, l'offesa non rientrerebbe nel "COMUNE" sentimento.
Quanto sopra scritto è solo un'umile constatazione. Senza dubbio è più ampio lo spettro in cui notare le incongruenze della fase produttiva.
"Mie riflessioni del 1978"

Non ho cambiato nemmeno una virgola dello scritto che ho ritrovato sul fondo di un mio cassetto.
"Mie riflessioni del 2010"

giovedì 23 settembre 2010

a S "PROPOSITO" di Anna e Pirandello


TAC è scattato l'attimo, come nel sogno. Sono in una casa verosimilmente la mia, e sono entrate delle persone (uomini, forse operai) con le scarpe sporche di catrame e fango ed hanno lasciato pesanti traccie sotto il tavolo della cucina, quello con il ripiano di vetro. Mi chino per pulire e solo in quel momento mi accorgo del tetto. Il tetto della mia casa è TRASPARENTE.
Una enorme lastra di vetro, senza nessuna travatura che sorregga tanta superficie. Fuori il cielo è azzurro, pulito dalle nuvole ed intuisco anche un vento leggero, le cime degli alberi che guardo mi danno questa certezza.
Sono a disagio, non sospettavo di poter essere osservata
Penso che è tardi e che non voglio continuare a pulire il catrame. Lo farò in un altro momento.
Mi sveglio ascoltando nella mia mente il suono dolce delle note della mia sveglia, che però non ha ancora suonato. Il cellulare è spento.
Ma io sono sveglia e lucida. TAC è arrivato il momento nella vita che rinsavisci, che dai alle cose ed alle persone il giusto valore.
Hai sopravvalutato qualcuno e qualcosa a scapito della tua stessa valutazione.
Allora lasci andare le zampine posteriori della cagnetta, che era stanca di fare la carriola; stringi la corda pazza che si era allentata troppo; togli il berretto con i sonagli e lasci che gli altri facciano i personaggi in cerca d'autore.

Solo io sono l'autore di me stessa!

A bien tout.

mercoledì 30 giugno 2010

IL GRAUCO

Questa sera a Roma termina una magia.

La mia adolescenza e la mia formazione cinematografica.

Il Grauco CHIUDE.

Ora lo so che per la maggior parte di voi non significa nulla. Ma per me i cineclub o come amavamo chiamarli "cinema d'essai" dal 1976 e fino a questa sera; sono stati il pane quotidiano. Con le loro programmazioni: a ritroso nel tempo, ricercate, monotematiche, impegnate e non, mi hanno permesso di viaggiare in quel mare di immagini e sensazioni che mi hanno aiutata a crescere. Leggevo molto in quegli anni impegnati. Ma il cinema è rimasto sempre il mio mezzo preferito di comunicazione. Ho pianto, ho riso, ho visto sceneggiature ambientate nella preistoria o nel futuro, passando attraverso i telefoni bianchi e le Ziegfeld Follies, le dive platinate, il cinema muto, il neorealismo, i Fassbinder, gli Herzog, i Fellini, i Lang, i Coppola, gli Hitchcock e tutti quelli che sto scordando e sono la maggioranza. Senza esclusione di generi o di ideologie ma soltanto attenta a quanto mi colpiva la loro capacità di narrazione filmica.
Ma soprattutto guardando e riguardando questo spettacolare fenomeno che per me è il cinema.
Grazie all'impegno di quelli che si sono sempre battuti per divulgare un cinema che fosse degno di questo nome, nonostante tutte le difficoltà incontrate. Grazie per averci messo a disposizione un posto dove sognare. Nonostante fossero luoghi piccoli, con sedie scomode, con teli improbabili e tessere associative con loghi fantasiosi ma prevedibili.
Finisce un'epoca ma non il sogno.
Ora si va a sognare dentro le multisale, con effetti visivi in 3D e poltrone ultracomode, schermi maxi e tonnellate di pop-corn masticati da infaticabili mandibole chiassose.
Ed inevitabilmente mi e vi domando: ma andranno per il film o per il meraviglioso profumo che fanno i pop-corn appena sfornati?

giovedì 3 giugno 2010

Quando la buona gente dice

Non aprirti troppo
cura le apparenze
sono il segno del rispetto.
Non mostrarti agli altri,
quando sei ferito
o sarai colpito a morte.
Lega i tuoi pensieri al volo della notte,
sarai solo e nessuno vedrà.
Solo nella notte
sciogli i tuoi respiri
e nessuno sentirà.


1976BMS

martedì 1 giugno 2010

La notte è piena

Porta i sospiri degli uomini la notte, desideri innocenti o perverse voglie. Sulle sue ali può portare tutto: il sogno di mordere una mela, o la voglia di vittorie ad ogni costo. Piena di urla disperate è la notte le distinguerai tutte, una dopo l'altra.
Se ascolti bene, dentro al silenzio le senti.....sbranarsi tra di loro.

1976 BMS

giovedì 20 maggio 2010

INDECISIONI

Nella tarda mattinata, sotto un cielo incerto, che aveva già regalato pioggia ma era ancora indeciso sul da farsi Elena era seduta sulla sua solita panchina verde. Aveva già bevuto il suo caffè, era stata a lungo indecisa se fumarci dietro la sua sigaretta e sfogliava con poca convinzione il suo quotidiano gratuito. Un' accozzaglia di notizie Ansa malamente miscelate. Lo sapeva ma era gratis e si era fatta persuasa che gettare un brutto giornale non avendolo pagato, era meno immorale che gettarne uno che gli era costato soldi ed arrabbiature. Non perché fosse pieno di brutte notizie! La realtà non l'aveva mai spaventata. L'idiozia e la palese menzogna, sì. Ancora oggi a quasi 68 anni inorridiva al pensiero che nessuno più si indignasse per l'andazzo politico, culturale, sociale del suo paese. La tristezza l'assaliva profondamente quando percepiva il reale totale distacco da qualsiasi tipo di impegno dei ragazzi che incontrava al parco.
Lei faceva finta di leggere e di guardare altrove. Loro erano lì, belli forti eppure DISINCANTATI, anzi la magia dell'incanto non li aveva mai sfiorati. Sentiva dai loro discorsi che nemmeno per un attimo avevano creduto che qualcosa potesse cambiare. Non facevano parte, come lei, di quelli che si erano illusi, avevano lottato per una società migliore. Loro non erano caduti nel tranello della favola sociale. E a dire il vero, pensava profondamente che avessero fatto bene. "Un'amarezza di meno da collezionare!" Disse a voce alta.
Le capitava sempre più spesso di commentare se stessa a voce alta sia per rimproverarsi che per approvarsi. No, non stava diventando pazza, era solo il rigurgito della sua logorrea repressa. Era sempre stata così, era solo peggiorata un pochino.
Il cielo stava decidendo per una sottile pioggia e lei si avviò verso la metro. Doveva riattraversare tutto il parco e mentre lo faceva lo immaginava pieno di fiori e curato nei suoi dettagli, pulito dalle cartacce sparse ovunque, con le fontane disseminate in giro piene di acqua e di papere.
Strana fissazione la sua. Non riusciva a guardare un pezzettino di verde senza vederne il degrado. Controllava spesso con lo sguardo anche i balconi sui palazzi e si diceva che quelli senza fiori erano sicuramente disabitati. Anche quello era un dolore antico. Era sempre fuggita dal brutto, non riusciva a pensarlo e nemmeno a digerirlo. I pochi viaggi fatti negli anni passati le restituivano: fiori, scoiattoli, profumi, fontane zampillanti e dimore ormai dismesse ma ancora sognanti. Gatti sdraiati al sole e artisti di strada che le avevano regalato un sorriso per l'obolo lasciato. Nonostante tutto aveva amato la vita al di sopra di ogni altra cosa. Ora era diverso. I figli lontani, troppo, la tecnologia ogni tanto le restituiva il suono delle loro voci. Sapeva che stavano bene, avevano trovato la loro strada. Li aveva spinti mille volte ad andarsene, a farne uomini liberi dai legami di sangue. Ancora oggi pensava che avesse fatto bene. Lo chiamava il suo "dolore necessario". L'uomo di tutta una vita era ancora lì accanto a lei, eppure lei dentro spesso era sola. Lo era sempre stata nei momenti gravi della sua esistenza. Era lei stessa che voleva così. Sapeva per esperienza che si condivide veramente solo quello che si è sperimentato personalmente. Il resto è truffa sentimentale! E' coinvolgimento dell'epidermide e non scende mai veramente in profondità. E allora? Si diceva a voce alta: "meglio non fare uno sforzo inutile e nemmeno pretenderlo".
Il tabaccaio la guardò perplesso, mentre le dava il resto.
"Una, solo una". Anni che faceva quel gioco con se stessa. Si scherniva dicendosi che non era perfetta, che non era forte (come tutti credevano) e che forse non avrebbe mai scelto definitivamente.
Mentre finiva la sua sigaretta, si guardava intorno, alla ricerca di un posto dove spegnerla e sapeva che come al solito sarebbe stata costretta a gettarla in terra.
Scese i primi gradini delle scale della metro e alzando gli occhi vide che il cielo, ci aveva ripensato. Non pioveva più!
Sorrise, si voltò e torno indietro e a voce alta risalendo i gradini esclamò: "allora non sono l'unica ad essere indecisa".

martedì 23 marzo 2010

Auguri Maestro


100 anni fa nasceva Akira Kurosawa. A tutti coloro che non hanno mai visto i suoi film dico che hanno un'opportunità di guardare il mondo con occhi diversi. A tutti quelli che lo hanno amato, è il giorno buono per rivedere un suo film.
Auguri Maestro.

lunedì 22 marzo 2010

VIVA L'ITALIA CHE CHIUDE LE FACOLTA'


POST FATA RESURGO....EST EST EST




Vedo strani segnali...vedo occhi non sereni.... e allora domando quasi timidamente: "Cosa succede?" E mio figlio nemmeno più arrabbiato ma molto desolato mi comunica che la sua Facoltà con l'eccellente lavoro svolto dal Ministro Gelmini, è al capolinea. LA FACOLTA' POTREBBE CHIUDERE.

Non riesco a descrivere l'amarezza di vivere in questo paese, riporto l'appello che compare sul sito dela Facoltà di Studi Orientali.

Prossimamente si VOTA! Meditate gente, meditate.




Il webmaster:

Ho pubblicato sul sito un annuncio in cui davo notizia del IX anniversario della creazione della Facoltà di Studi Orientali e al contempo segnalavo la probabile fine della medesima; in sottofondo le note di “Giocondità”, apparentemente contraddittorie. Tale brano musicale ha sempre accompagnato l'anniversario della fondazione della Facoltà, e quindi nulla di nuovo. La segnalazione che, nel generale processo di riaggregazione dei Dipartimenti e delle Facoltà che interessa la Sapienza al pari delle altre università italiane, la Facoltà di Studi Orientali rischia di chiudere, qualcuno doveva pur farla agli studenti.
E gli studenti in forme diverse hanno manifestato la loro sorpresa, il loro dispiacere e legittime preoccupazioni per le loro carriere.
A dissipare queste ultime preoccupazioni penserà il Presidente dei Corso di Laurea.
Come webmaster, qualora qualcuno trovasse irrituale la sua iniziativa, rammento che la nostra Facoltà è sempre stata, per fortuna, costantemente irrituale: i docenti si sono accollati decine di ore settimanali (oltre alle altre attività), i tecnici-amministrativi per far funzionare la Facoltà hanno lavorato anche di domenica in casa propria, il webmaster – che per mestiere è docente di lingua araba – ha gestito e materialmente fatto funzionare il sito in questi nove anni non solo gratuitamente, ma anche mettendoci qualcosa di tasca propria.
Nella Facoltà di Studi Orientali, studenti compresi coi loro rappresentanti, siamo (quasi tutti, le eccezioni ci sono ovunque) così.

il webmaster
Il Presidente del Corso di Laurea:

Mi limito a rassicurare gli studenti dei due corsi di studio Triennale e Magistrale: le loro carriere (lauree, esami, insegnamenti, curricula) non subiranno alcun mutamento. Il riassetto dei Dipartimenti e delle Facoltà, se comporterà dei cambiamenti, questi riguarderanno gli studenti che si immatricoleranno nei prossimi anni. Ipotizzare quali potranno essere questi cambiamenti è esercizio che appartiene all'ambito della chiacchiera, e quindi di pertinenza di altre sedi.
I docenti della Fso, per parte loro, dopo aver ricordato che cosa ha rappresentato e rappresenta la loro facoltà, altro non possono fare che rivolgere al Rettore un appello, appello approvato all'unanimità dal consiglio di facoltà del 16 marzo 2010, qui pubblicato a disposizione degli studenti e di chiunque voglia saperne di più.

il Presidente del Corso di Laurea


Per chi ne vuole sapere di più: click


martedì 2 marzo 2010

Caravaggio, il digitale e Roma Antica


Detto così sembra quasi un sogno o meglio un incubo ambientato in tre momenti storici così lontani e diversi fra loro da renderlo impossibile.
Ed invece è proprio il titolo di una mostra "il Caravaggio impossibile" che ho visitato domenica in una Roma ventosa e quasi plumbea.
Mi sono aggirata per le antiche botteghe romane per i vari piani ed emicicli dei mercati di Traiano, calpestando la strada della Storia e ammirando tutte le opere attribuite al Caravaggio poste sotto forma digitale, ad altissima risoluzione e in formato originale; retroilluminate da una fila di led (ho sbirciato sotto i teli di un grande affresco).
La meraviglia che ho provato nell'indietreggiare di fronte a quei capolavori virtuali e vederli naturalmente incorniciati dagli enormi riquadri di travertino che ornano le entrate delle tabernae, è stato grande; come se mi fosse apparso il futuro guardando attraverso una finestra o una porta del passato!
E' stato bello affacciarsi in ogni antro con la curiosità e la certezza di essere stupiti ancora e poi ancora.
Certo il digitale non è il reale, lo sgomento dell'accecante e pura bellezza che ho percepito di fronte ai veri quadri non è minimamente paragonabile.
Ma è come quando guardi una foto ben riuscita di un momento magico della tua vita e ti arrivano gli odori, i suoni e le risate del giorno che l'hai scattata.
Così è stato per me l'altro ieri, e questo vi auguro di provare a voi, domani.

mercoledì 24 febbraio 2010

Finalmente passano gli Aquilani incazzati in TV

Domenica sera, brusio continuo in TV su un Sanremo che è appena finito (grazie a Dio) e dopo le battute al vetriolo della Lucianina parte Presa Diretta. E' finito il gioco si diventa seri e cupi improvisamente.
Ascolto il commento esasperato degli aquilani, finalmente dopo lo scandalo "bertolaso" possiamo sapere come la pensano veramente quei cittadini che a quasi un anno dal terremoto sono ancora invasi dalle macerie e guardano il loro centro storico con gli occhi di chi aspetta un miracolo.
Prima non si poteva: criticare, fare supposizioni malevole sulle scelte della ricostruzione o quant'altro. Prima era tutto bello e tutto EROICO, ora qualcosa si sgretola. Il muro delle cer-
tezze di aver fatto tutto subito e tutto bene, comincia a creparsi (tanto per rimanere in tema). Che paese assurdo siamo!
Qui da noi, canta chi ammette di non saperlo fare, governa chi di fatto cerca soltanto il proprio tornaconto, si appaltano lavori pubblici a costi esorbitanti, si ascoltano intercettazioni dal tono "allucinante", e pochissimi finiscono nella patrie galere. Anzi si chiede ai magistrati di vergognarsi (di che poi non l'ho ancora capito).
Di chi sarà la colpa?
Troppa Tv spazzatura, troppa poca informazione, troppi editoriali di parte al TG, la squadra del cuore che perde, la pioggia che cade incessante, i paesi interi che franano nella quasi indifferenza , una lobotomia generalizzata.
Aggiungete ciò che volete a questa somma senza fine di porcherie nazionali.
Per me è sempre la stessa condensata risposta: c'è sempre troppo privato e troppo poco pubblico.

lunedì 11 gennaio 2010

ROSARNO ANNO ZERO

Ma veramente pensiamo che il mondo ci appartiene solo perché gestiamo l'economia di questo mondo?
Essere soci di una società che detiene il pacchetto di maggioranza senza voler ripartire almeno una parte di utili con i lavoratori di questa strana SpA. E' follia economica!
Non ne vogliamo fare un fatto umanitario?
Non vogliamo riconoscere gli immigrati come uomini e donne, ma solo come "attrezzi" da usare nel momento del bisogno?
Bene, facciamolo pure, ma un "piatto" per mangiare ci servirà sempre.
Per quanto tempo ancora vogliamo buttare i piatti tutte le volte che finiamo un pasto? Non durerà in eterno.
Finché non comprenderemo che tutti vogliamo salire a turno sulla giostra dell'economia e del benessere; perché è questo il circo che abbiamo messo in piedi a livello globale e che manteniamo in vita in ogni angolo del paese, non saremo capaci di capire dove stiamo andando e le conseguenze che questo stile di vita comporta.
Cacciamo i reietti, buttiamo giù le loro povere abitazioni, li rispediamo nei loro paesi d'origine ma al tempo stesso sono a migliaia a lavarci i piatti nei ristoranti, a raccogliere la nostra frutta e verdura, a badare ai nostri nonni e bambini, a pulire i nostri uffici, le nostre case, a costruire i nostri abusi edilizi oppure le nostre ville fuori porta; e chissà in quanti altri posti sono ma facciamo finta di non saperlo.
Se sparissero nel nulla dall'oggi al domani, forse capiremmo.
Uffici e case sporche
Frutta e verdura a marcire nei campi e sugli alberi
Bimbi da soli in casa
Nonni con la cacca al culo
Disabili fermi nei loro letti
Fabbriche con la metà degli operai
Negozi di frutta, verdura ed abbigliamento a buon mercato, che usiamo per arrivare alla fine del mese: chiusi.
Cantieri edili praticamente fermi
Ci sarebbero veramente posti di lavoro in più per noi?
Non credo! Camorra, Mafia, 'ndrangheta e cattivi padroni non pagano volentieri contributi e non mettono in regola i loro lavoratori.
Sono "piatti di carta" da buttare a fine pasto.
E allora valutiamo con attenzione. Commercio si, sfruttamento No. Il circo gira e questo enorme tendone cambia piazza facilmente. Non scordiamoci mai che un giorno fuori dal tendone a fare la file potremmo esserci noi; come già ci è capitato.
E se abbiamo perso completamente il senso del peso della vita e del rispetto dell'altro almeno non perdiamo di vista che il non permettere ad altri di diventare parte attiva di questo sistema di ACQUISTO/VENDITA 24 ORE SU 24, ci porterà al collasso economico.

I poveri non comprano nulla, ed il nostro è un mondo sempre più povero non solo economicamente parlando....purtroppo.